Il prossimo regolamento Ue sull’informativa sulla finanza sostenibile 2019/2088 segnerà un cambiamento significativo nel mondo della finanza, definendo un punto di non ritorno per le modalità con cui contribuisce all’impatto sociale ed ambientale. La corsa degli attori della finanza alla compliance su temi Environment, Social e Governance (Esg) o di impatto sarà immediata e repentina, e grazie ad un sistema regolamentato, si apriranno quindi le porte ad opportunità di investimento che fino a pochi anni fa non sarebbero state appetibili.
Seppur possa essere decisivo per arginare definitivamente i problemi di greenwashing che da sempre caratterizzano la finanza ad impatto, il regolamento ancora deve essere declinato nelle procedure e nelle pratiche manageriali che, a seconda del posizionamento strategico, le società di investimenti dovranno predisporre.
Più semplicemente, il regolamento imporrà alle società di investimento di posizionarsi su diversi livelli di compliance in merito all’informativa sugli impatti sociali ed ambientali, ma le opzioni a disposizione per misurare gli impatti devono ancora essere ricondotte alle linee guida del regolamento, alzando quindi il rischio di incertezze, sovrapposizione di interpretazioni, e quindi, di azioni opportunistiche.
L’emersione dell’impatto sociale e ambientale
Al di là degli obblighi di trasparenza e disclosure, quindi, la portata realmente innovativa del regolamento consiste nell’emersione dell’impatto sociale/ambientale che può generare un prodotto finanziario che, da prerogativa di una nicchia di innovatori, si estende al mercato mainstream.
Nella strategia dell’Unione il regolamento non rappresenta tuttavia un unicum ma rientra all’interno di un progetto normativo volto a creare un ecosistema integrato di norme vincolanti in ambito Esg. Proprio in questa direzione va letto il successivo “regolamento Tassonomia”, un provvedimento che definisce quali sono i criteri in base ai quali un’attività economica è considerata ecosostenibile.
L’altro regolamento (Tassonomia)
Per il biennio 2021-2023 è inoltre previsto l’ampliamento del regolamento Tassonomia attraverso l’integrazione di obiettivi di carattere sociale. Dunque, l’obbligo di disclosure per soggetti finanziari su diversi criteri di compliance sociale e ambientale sottintende l’adozione di pratiche di misurazione e valutazione degli impatti che sono in via di definizione. La gestione e la misurazione dell’impatto sono diventate un mantra per coloro che desiderano creare un cambiamento positivo a livello sociale e ambientale, in particolare fra gli attori finanziari dove la funzione della misurazione di impatto deve spostarsi da mera funzione comunicativa a sistemi identitari e transazionali, gestendo e dando prova del reale cambiamento creato.
Per produrre tale evidenza, think-tank di ricerca, organizzazioni non governative, ed Università stanno sviluppando approcci, metodologie appropriate, ed accompagnamenti ad-hoc per valutare gli impatti generati dai prodotti finanziari. Fondi di investimento con la denominazione Esg, oppure Fondi di impact investing, ma anche meccanismi di pay by results sottostanti le nuove partnership pubblico privato, si stanno sempre più dotando di indicatori, metriche e framework non solo per certificare gli impatti generati ex-post, ma anche per definire ex-ante una vera e propria teoria del cambiamento che vada a caratterizzare l’identità di un prodotto finanziario.
Tuttavia, come spesso successo con i green bond, il rischio di etichettare un prodotto finanziario con accezioni di impatto senza effettivamente generarlo è un rischio che il regolamento 2088 vuole scongiurare, ma solo identificando precisi criteri con cui ricondurre i diversi livelli di compliance a metriche di misurazione precise questo potrà avvenire.
Quindi, lo scenario del regolamento 2088 pone la misurazione di impatto come il fulcro attorno a cui identificare il nuovo posizionamento strategico degli attori della finanza. Oltre quindi al settore, il rendimento, e all’asset class, per gli attori della finanza si apre un’era in cui verranno identificati anche in merito a come misurano e gestiscono gli impatti sulla società e sull’ambiente, nella speranza che il futuro vantaggio competitivo tra prodotti finanziari si basi su chi realmente genera impatti positivi e misurabili per la società e l’ambiente.
Fonte: IlSole24ore